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Titolo: Alto Sebino: Una centrale anche a C.Volpino | |||||
Data: 11/12/2001 | Fonte: Eco di Bergamo | ||||
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Alto Sebino: Una centrale a turbogas anche a Costa Volpino | |||||
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News:
Dopo quella di Lovere si parla di un complesso tra Costa Volpino e Pisogne - Una centrale nella vecchia ferriera - Presentato il progetto di un impianto turbogas nell'area dismessa della Ols - Dopo l'ipotesi di costruire una centrale turbogas da parte del Gruppo Lucchini a Lovere, nell'alto Sebino si profila l'ipotesi di un impianto analogo della società «West Energy» tra Costa Volpino e Pisogne. Dovrebbe sorgere dove anni addietro c'era la ferriera Ols, richiederà un investimento di 500 miliardi di lire e potrà produrre fino a 400 megawatt di energia elettrica all'anno. Durante i due anni e mezzo previsti per la costruzione dell'impianto le persone impegnate saranno circa 1.500. Quando la centrale sarà ultimata i posti di lavoro fissi diventeranno 50-60, equamente suddivisi tra conduzione e manutenzione dell'impianto, mentre altri 300 si creeranno per le attività indotte. Lo studio relativo alle caratteristiche dell'insediamento è stato presentato ieri mattina a Boario Terme alla presenza dei tecnici della società tedesca Siemens, degli amministratori comunali e di vari specialisti del settore. Il presidente della «West Energy» Franco Polesel ha sostenuto che la centrale elettrica utilizzerà come combustibile il gas metano e che adotterà una tecnologia innovativa in grado di ottenere rendimenti di conversione altissimi e di garantire il massimo rispetto per l'ambiente. Rispondendo alle domande dei consiglieri comunali di Costa Volpino, Antonio Martinelli e Maurizio Maluta, e di altri amministratori, gli esperti della Siemens, la società fornitrice dell'intero impianto, hanno assicurato che l'impatto ambientale sarà irrilevante e hanno escluso anche il pericolo di inquinamento. Secondo i tecnici anche il rilascio dell'acqua calda – 15 litri al secondo, a una temperatura superiore di 8 gradi rispetto a quella prelevata per il raffreddamento – non rappresenta un problema per l'ambiente, per la fauna e per le falde, «purché venga immessa in un corso d'acqua o in un fiume di media portata». «La centrale è destinata inoltre a diventare un polo didattico, attrezzato con un centro di accoglienza per visitatori e scolaresche», riferisce Polesel. Cauti nel formulare giudizi sia il sindaco di Costa Volpino, Laura Cavalieri, sia il presidente della Comunità montana alto Sebino, Ferruccio Ducoli: «Aspettiamo che ci vengano dati altri elementi di valutazione». (Eco di Bergamo) ********************************************** Un’area di 50.000 mq nell’ex Ols di Pisogne ma c’è anche Calvisano - In Valcamonica una delle aree eventualmente disponibili per gli insediamenti della centrale elettrica a gas sarebbe la zona dell’ex Ols, tra i Comuni di Pisogne e Costa Volpino. Un’altra sorgerebbe nel territorio di Calvisano ed una terza nel Comune di Loreo, in provincia di Rovigo, nell’area dell’ex Acciaieria San Marco. Ieri a Darfo erano presenti rappresentanti di tutti i Comuni interessati, appositamente invitati dai promotori dell’iniziativa. C’erano il sindaco di Costa Volpino, Laura Cavalieri, con una folta rappresentanza di amministratori, il vicesindaco di Pisogne Renato Musati, il sindaco di Calvisano, Giovanni Appiani, oltre alla numerosa schiera degli amministratori rodigini. «Siamo tutti preoccupati - dice per tutti il vicesindaco di Pisogne - per l’impatto ambientale di questi progetti, soprattutto in considerazione del fatto che gli enti locali sono stati spogliati di potere per quanto riguarda gli impianti di produzione energetica. Potremo fornire solo un parere, ma alla fine sarà il Comitato ministeriale a decidere». A che punto è l’intervento nell’area ex Ols? Prevedete altri insediamenti industriali in loco? «L’area è stata acquisita dalla società «San Costanzo Srl» che sta portando a compimento la prima fase del progetto di bonifica. E’ prevista anche una seconda fase. Sono disponibili circa 140.000 metri quadrati. Siamo rimasti sorpresi nell’apprendere oggi che questo progetto richiederebbe circa 50.000 mq di area. Pensavamo di destinarla a piccoli insediamenti artigianali». In effetti questi ultimi verrebbero favoriti se potessero utilizzare in zona energia prodotta a basso costo. Ne trarrebbe giovamento anche il progetto della centrale, che non avrebbe bisogno di trasportare energia lontano. «Abbiamo bisogno di studiare il progetto - conclude Musati - anche perchè i 400 Mw previsti sono una quantità enorme di energia». (Bresciaoggi) |
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