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Titolo: Alto Sebino: A fine anno il progetto della centrale
Data: 08/10/2001 Fonte: Eco di Bergamo - (Elia Mutti)
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Alto Sebino: Il governo ha avviato un iter più veloce per l'autorizzazione degli impianti per la produzione di energia - A fine anno il progetto della centrale: Il Gruppo Lucchini lo presenterà al ministero delle Attività produttive

News: - Il Gruppo Lucchini, la holding di cui fa parte anche lo stabilimento Lovere Sidermeccanica, entro fine anno presenterà al ministero delle Attività produttive la domanda per costruire una centrale per la produzione di energia elettrica nelle vicinanze del nuovo porto di Cornasola.
«Il progetto non è ancora definito nei dettagli, ma lo sarà in tempi brevi – spiega il responsabile dell'ufficio relazioni esterne della «Lucchini», Francesco Semino –. Vedremo di chiarire tutto al più presto e, entro la fine del 2001, faremo valere la nostra opzione presentando una specifica richiesta al ministero delle Attività produttive».
Giovedì scorso il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge dove è previsto che le domande per la costruzione delle nuove centrali per la produzione di energia elettrica vengano presentate direttamente al ministero delle Attività produttive istituendo, di fatto, un iter autorizzativo più veloce di quello tradizionale: il nuovo percorso per arrivare al via libera, infatti, è compreso tra un minimo di 90 e un massimo di 210 giorni.
Questa notizia ha generato, tra gli amministratori e gli abitanti dell'alto Sebino, il dubbio che la «Lucchini» si fosse già avviata su questa strada.
La preoccupazione di vedere sorgere all'improvviso, sull'area attualmente occupata dalla Lovere Meccanica Ferroviaria, quindi a fianco del porto di Cornasola, una centrale turbogas della potenza di 380 megawatt ha messo in fibrillazione l'intero comprensorio.
«La ventilata possibilità di scavalcare gli enti locali e di ignorare i pareri negativi espressi contro la centrale sia a livello istituzionale sia a livello politico, non poteva essere ignorata – dice il sindaco di Lovere Anna Maria Garattini –. Però, l'aver saputo che l'impatto ambientale, la conformità tecnica e altri parametri verranno, comunque, presi in considerazione, per certi versi rasserena l'ambiente».
In effetti, il ministero delle Attività produttive prima girerà le pratiche alle istituzioni e agli enti locali competenti affinché, entro dieci giorni, comunichino se il progetto è compatibile con le politiche energetiche del Paese e se servono correzioni o chiarimenti, poi le invierà a tutti i controllori successivi.
Questi, ricorrendo anche al «silenzio-assenso», dovranno dare una risposta entro sessanta giorni.
Qualora dovessero esistere dissensi, i pareri negativi potranno essere discussi e superati nell'ambito di una conferenza di servizi cui verranno chiamate a partecipare tutte le parti in causa.
L'impianto che i Comuni di Lovere e di Castro, oltre agli altri Comuni del comprensorio, alla Comunità montana Alto Sebino, ad alcuni parlamentari e gruppi politici della zona avversano, secondo quanto sostenne durante una riunione pubblica del giugno scorso il rappresentante della commissione urbanistica del Comune di Lovere, architetto Ivo Filosi, produrrebbe emissioni atmosferiche di non poco conto.
Ancora più circostanziato e categorico il dissenso alla realizzazione della centrale turbogas espresso dalla locale Comunità montana.
«Le modificazioni ambientali prodotte dalla combustione, dal trasporto di energia elettrica, dalle emissioni acustiche e atmosferiche, dai processi di raffreddamento, dai campi elettromagnetici e, non ultimo, dalle dimensioni della struttura – si legge nel documento approvato all'unanimità dai componenti del parlamentino dell'alto lago d'Iseo – potrebbero costituire una variazione in peggio della qualità dell'ambiente e produrre effetti negativi sulla salute dei cittadini».
Quello che, da più parti, è stato definito il decreto «sblocca-centrali» andrà ora alla firma del presidente della Repubblica e dovrebbe diventare operativo entro la fine dell'anno.
I sostenitori del provvedimento specificano che il decreto serve per snellire e ridurre i tempi (massimo sette mesi) delle procedure autorizzative, promuovere la costruzione di impianti più puliti e, grazie alla maggior concorrenza, favorire il calo delle tariffe elettriche.


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