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- Nulla di definito per quanto riguarda la realizzazione della centrale termoelettrica a turbogas di 380 mw di potenza, che su intendimento della Società «Elettra Gll Spa» dovrebbe sorgere nello stabilimento siderurgico della Lucchini Spa a Lovere. È quanto emerge dalla risposta che il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, Altero Matteoli, ha indirizzato all'onorevole Giorgio Jannone a seguito dell'interrogazione parlamentare presentata lo scorso 3 luglio. Raccogliendo le preoccupazioni espresse in modo unanime dalla Comunità montana Alto Sebino e dai Comuni di Lovere e Castro, infatti, l'onorevole Giorgio Jannone aveva presentato un'interrogazione parlamentare ai ministri competenti in merito all'opportunità di consentire la costruzione dell'impianto. A tale proposito il ministro dell'ambiente riferisce che «l'opera è da sottoporsi alla procedura statale di «Via» (valutazione di impatto ambientale) secondo quanto stabilito dalla legge 349-1986 e con le specifiche modalità procedurali. Detta istanza non è ancora stata presentata». Pertanto anche la nomina di esperti da inserire nell'apposita «commissione di inchiesta pubblica», precisa il ministro, è avvenuto nel rispetto della normativa procedurale. Nella risposta all'interrogazione, il ministro ha inoltre evidenziato che le problematiche relative all'impatto ambientale, su cui l'onorevole Jannone aveva espresso forti preoccupazioni, saranno rimandate a quanto «sarà deciso nel relativo specifico provvedimento di Via». Per l'onorevole Giorgio Jannone si tratta indubbiamente di una notizia confortante: «Significa che il progetto non è in stato così avanzato come si voleva far ritenere e che il necessario iter burocratico, sotteso alla realizzazione dell'opera, versa ancora in uno stato embrionale. Dunque il cammino autorizzativo per la centrale di Lovere è ben lungi da una sua definizione. L'istanza, che è il primissimo passo d'avvio, non è stata ancora presentata al Ministero dell'ambiente e questo consente a tutte le istituzioni, sia parlamentari che locali, di predisporre per tempo adeguati strumenti di sindacato ispettivo, al fine di tutelare il più possibile le esigenze del territorio». |