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Titolo: Alto Sebino: Tutti contrari alla centrale
Data: 17/06/2001 Fonte: Bresciaoggi
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Alto Sebino: Il Gruppo Lucchini vorrebbe produrre energia elettrica a Lovere: è polemica - Tutti contrari alla centrale - Fa discutere la collocazione a due passi dal lago

News: - A Lovere si fa incandescente il dibattito sulla nuova centrale elettrica, che dovrebbe sorgere praticamente in riva al lago. La preoccupazione si sta estendendo anche alla sponda bresciana del Sebino e alla Valcamonica. Il timore principale è, ovviamente, legato al possibile inquinamento ambientale.
L’altra sera, a Lovere, si è tenuto un consiglio comunale aperto, nel quale la comunità locale si è espressa per un secco «no» alla centrale che il gruppo Lucchini vuole realizzare lungo il Sebino.
Fra i numerosi partecipanti, ci sono pure stati i soci dell’Associazione Amici della Terra. Ha affermato il segretario provinciale, Claudio Zanetti: «La richiesta per la costruzione dell’ennesima centrale per la produzione di energia elettrica, va a sommarsi a un’altra richiesta in un comune della media Valle brembana, e all’imminente inizio dell’attività dell’inceneritore di Dalmine, anch’esso per la produzione di energia. C’è una corsa al business della produzione e vendita di energia».
La centrale di Lovere è presentata dalla società Elettra GLL che fa parte del Gruppo Lucchini. Si vuole che l’opera sia insediata nell’area della Lovere Meccanica Ferroviaria (800 posti di lavoro), quindi all’interno dell’area dello stabilimento Lucchini.
Purtroppo questa centrale a turbo gas dovrebbe nescere vicino alle abitazioni, ad una zona densamente abitata e si teme che possa provocare problemi di inquinamento.
«Quello che ci preoccupa - afferma l’assessore comunale all’ambiente, Gianmario Poiatti - è la localizzazione che confligge con la destinazione d’uso delle zone confinanti di Lovere e di Castro. Inoltre, la centrale stessa sarebbe insediata a circa 200 metri dal Resider, insediamento turistico sportivo per il quale sono stati spesi circa 20 miliardi per la riconversione. Questa decisione della Lucchini, se sarà realizzata, sarà deleteria - ha detto Poiatti -. Si spera che il Ministero dell’Ambiente dica di no».
La centrale non sarebbe strettamente al fabbisogno dell’Azienda, ma sembra piuttosto un intervento di mercato, in quanto quello dell’energia è andato verso una crescente liberalizzazione e, quindi, si moltiplicano le società che intendono intervenire nella produzione dell’energia.
Il giudizio dell’Amministrazione comunale di Lovere è comunque negativo, espresso nei giorni scorsi da tutte le forze politiche e dalla Provincia di Bergamo.
«La posizione delle forze politiche - ha affermato un sindacalista della Cgil presente in sala - tiene conto di alcune esigenze di Lovere, turistiche e ambientali. Rimane aperto il problema di un paese e un’attività industriale che occupa 800 persone. Io credo che in alcune posizioni di chi è contrario alla centrale ci sia sottesa pure l’idea di considerare la fabbrica come un residuo destinato, nel tempo, a scomparire. Il che fa pensare. Noi comunque riteniamo - continua il sindacalista - che la dimensione della centrale vada oltre le necessità della produzione di questa azienda».
Si tratta di valutare il progetto che la Società ha in mente, e qual è il rapporto la centrale e l’attività produttiva di questa azienda. La dimensione della centrale (380 Mwt) è notevole. Occorre, perciò, un confronto serio con la proprietà. La localizzazione, in ogni caso, è assolutamente infelice secondo gran parte degli intervenuti.


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