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Titolo: Pisogne: Centrale a turbogas, Pisogne dice no
Data: 30/05/2002 Fonte: Brescia Oggi - (Domenico Benzoni)
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Pisogne: Centrale a turbogas, Pisogne dice no «Non ci stiamo, i rischi sono troppi» - Maggioranza e opposizione compatte al termine dell’ultimo consiglio comunale

News: - «L'idea non ci convince affatto: i rischi sono elevati, il nostro territorio ha già pagato un prezzo troppo alto dal punto di vista ambientale per sopportare altri insediamenti industriali». Queste alcune delle motivazioni che hanno spinto il consiglio comunale di Pisogne a dire «no» alla costruzione di una centrale a turbogas nell'area della ex Ols. Un rifiuto unanime, seppur con sfumature diverse, da parte di tutti i gruppi consiliari. L'equazione sito dismesso uguale sito disponibile per qualsiasi tipo di insediamento, qui non pare assolutamente accettabile. Soprattutto in considerazione del fatto che ora si sta bonificando una zona che ha creato non pochi problemi quando ancora era in corso l'attività industriale. Il ricordo dell'inquinamento atmosferico, di quello acustico, del cianuro nelle acque del lago, del Pcb non si è sopito: nessuno vuole trovarsi di nuovo a fare i conti con emissioni di anidride carbonica, ossidi di azoto e di zolfo, polveri, monossidi di carbonio. Senza contare l’eventuale riversamento nel lago delle acque di raffreddamento della centrale, con conseguenze su flora e fauna lacuale.
Oltre alle elevate preoccupazioni, ciò che ha indispettito l'ente locale pisognese è stata la poca attenzione dimostrata dalla West Energy - la società interessata alla costruzione della centrale a turbogas - nei confronti dell'Amministrazione. «Non s'è visto un progetto, una relazione»: il Comune è stato scavalcato e lasciato all'oscuro delle intenzioni della società. «Sarà pur vero che con il decreto Marzano che liberalizza la produzione di energia elettrica, le scelte dipendono direttamente da Ministero e Regione - commenta il sindaco Lanzini - ma è diritto della popolazione sapere che cosa succede sul proprio territorio e con quali criteri la scelta sia caduta su Pisogne».
«Anche se il nostro ruolo può essere ininfluente, vogliamo però esprimere il nostro parere - prosegue il primo cittadino - perché Pisogne e Costa Volpino hanno già pagato dal punto di vista industriale, con un territorio lacerato e lasciato in condizioni disastrose».
Ci si chiede poi se l'impianto da 400 megawatt possa essere compatibile con il rilancio del turismo nella fascia a nord del lago d'Iseo e nell'intera Vallecamonica. Un discorso che coinvolge pure gli enti comprensoriali, comunità montane in primo luogo. Quelle dell'alto sebino bresciano e bergamasco si sono già espresse, con un chiaro «no» alla centrale; ora si attende la voce di quella camuna.
«Raccogliere il maggior numero di informazioni possibile sull'argomento e poi coinvolgere anche le amministrazioni vicine» è la richiesta di Serioli (Civica per Pisogne). «Bisogna attivare elementi per incidere su chi fa le scelte, visto che l'operazione non ha raccolto alcuna espressione di favore», dice Pretto (Progetto Pisogne). «L'azienda non ha mai chiesto il confronto con gli enti pubblici, dando l'impressione di temere il giudizio della popolazione», aggiunge Invernici (Polo per Pisogne). E con i capigruppo tutti gli altri consiglieri. Alla fine del dibattito, maggioranza ed opposizione si sono ritrovate compatte.


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