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Riva di Solto (Bg)

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 Le nuove centrali a turbogas di Lovere e/o Pisogne

          

SECCO “NO” DEL COMUNE DI LOVERE

ALLA CENTRALE ELETTRICA

Intervista di Giuseppe Meroni al sindaco, Annamaria Garattini

Sono mesi ormai che si susseguono ininterrottamente voci, sussurri e indiscrezioni relativi al progetto della Lucchini di costruire una centrale elettrica a turbogas nel Comune di Lovere. Cosa c’è di vero in tutto questo? Qual è il reale quadro della situazione? Quale posizione ha, nella vicenda, l’Amministrazione del Comune più direttamente interessato? Abbiamo rivolto queste e altre domande ad Annamaria Garattini, sindaco di Lovere.

Domanda: Signora Garattini, questa vicenda ha contorni ancora molto confusi, e forse per fare chiarezza è bene partire dall’inizio. Da quando si può parlare dell’esistenza di un progetto della Lucchini finalizzato alla costruzione di questa centrale elettrica?

Risposta: C’è una data precisa: il 18 aprile di quest’anno. Avevamo invitato come Amministrazione comunale i responsabili della Società per fare il punto su una serie di iniziative che erano nell’aria da tempo. Li avevamo sollecitati a tinteggiare i capannoni; avevamo chiesto una piccola fascia della loro proprietà per realizzare lungo la strada un breve tratto di marciapiede la cui assenza aveva già provocato una vittima; intendevamo parlare della piantumazione dell’area attorno allo stabilimento. Tutte cose, insomma, nell’ambito dei rapporti di buon vicinato tra una Amministrazione pubblica e una importante realtà industriale del territorio.

D.: E invece?

R.: E invece ci siamo trovati di punto in bianco davanti all’annuncio dell’intenzione di realizzare questo enorme insediamento: una centrale a turbogas da 400 megawatt, e per di più in una zona densamente abitata.

D.: Non avevate avuto alcun segnale in precedenza?

R.: Nessuno dalla Lucchini. Avevamo ricevuto dal Ministero dell’Ambiente la richiesta di nominare come Comune un nostro esperto ambientale, da affiancare a quelli della Provincia e della Regione, come richiede la procedura di legge nel caso si prospettino insediamenti di questa natura.

D.: E voi lo avete nominato?

R.: Immediatamente dopo l’incontro con la Lucchini. Abbiamo compiuto una rapida e approfondita ricerca. E’ stato scelto il dottor Fausto Brevi, dell’Istituto Ambiente Italia di Milano. Nel frattempo abbiamo cercato di approfondire la cosa in Provincia, ma lì avevano ancora meno informazioni di noi.

D.: Il professor Brevi come ha considerato l’idea di una simile realizzazione?

R.: Ha manifestato subito, per usare un termine soft, una grandissima perplessità. Vorrei dire che Brevi è un professionista che in passato ha espresso anche pareri positivi all’insediamento di centrali elettriche. E analogamente l’Amministrazione non ha voluto assumere immediatamente una posizione ufficiale. Nessuno è infatti pregiudizialmente contro le centrali elettriche, che sono strumenti fondamentali nel funzionamento di una società moderna.  Il problema è questa centrale, in questa realtà specifica.

D.: Alla fine tuttavia è emerso da parte vostra un giudizio chiaro.

R.: Si. Siamo del tutto contrari. Si tratta di un progetto incompatibile con questo territorio.

D.: Può essere più precisa?

R.: Certamente. Basti considerare che l’area su cui la centrale sorgerebbe, è a immediato ridosso di una zona densamente abitata, e contigua a un settore del territorio che è stato destinato a fini ricettivi, e cioè turistici, e residenziali. Come non bastasse, a brevissima distanza è sorto il nuovo porto turistico e ci sono impianti sportivi sui quali puntiamo come volano della vocazione turistica della nostra città. Realizzare la centrale in queste condizioni sarebbe una scelta suicida per l’attrattività della zona e per la sua stessa economia.

D.: Il “no” prescinde quindi da eventuali problemi di inquinamento?.

R.: Niente affatto. Dico solo che anche si superassero le preoccupazioni per le emissioni di ossido di azoto nell’aria, per l’inquinamento da rumore nel caso di turbine con raffreddamento ad aria, o per il problema dello shock termico sulle acque del lago nella eventualità di raffreddamento ad acqua, è l’idea stessa dell’insediamento a non potere essere accolta.

D.: Ma la Lucchini avrà in qualche modo cercato di produrre argomenti convincenti…

R.: Certo. Ci sarebbero vantaggi, peraltro previsti dalla legge, sui costi energetici. Si parla di teleriscaldamento. Ma la domanda è: il gioco vale la candela? E la nostra risposta è “no”. Come ha affermato il nostro Assessore all’Ambiente Gianmario Poiatti, in Consiglio comunale, “Lovere non sarebbe più il paese della piazza senza automobili, ma il paese della centrale”. (Il testo integrale dell’intervento è pubblicato qui accanto. N.d.R.)

D.: Qual è, oggi, il punto della situazione?

R.: Abbiamo fatto un tavolo di lavoro con il Comune di Castro, la Comunità montana, la Provincia. La posizione è unanime. L’Assessore provinciale all’Ambiente, Salvi, condivide in pieno questa contrarietà.

D.: E c’è stata qualche reazione a tale posizione da parte della Lucchini?

R.: Nulla di ufficiale. Ma certamente tutte le cose di cui si doveva parlare il 18 aprile sono tenute in sospeso come fossero merce di scambio. E compaiono di tanto in tanto discorsi che paiono ambigui, come quello per cui l’energia che fosse prodotta a prezzo più basso certamente aiuterebbe lo sviluppo dell’unità produttiva esistente. Non dico che discorsi del genere suonino come minaccia, ma non sono argomentazioni che brillino per correttezza. Si dica invece chiaramente che la centrale è un business a sè stante, visto che produrrebbe oltre dieci volte l’energia necessaria allo stabilimento.

D.: Ma a lei risulta l’esistenza di un progetto concreto?

R.: Se esiste, non è stato ancora presentato. Altrimenti ne saremmo a conoscenza. Io mi auguro solo che la Lucchini si renda conto che questo non è posto per centrali, e che è meglio realizzarle altrove.

D.: All’interno del Comune quali sono, su questo argomento, i rapporti con l’opposizione?

R.: Credo di potere dire che su questo tema la pensiamo davvero tutti allo stesso modo, che siamo pronti ad agire insieme e che la gente è con noi.

D.: E cosa dice a chi l’accusa di essere troppo tiepida, troppo possibilista?

R.: Dico semplicemente che non è necessario urlare e agitarsi per essere fermi nel salvaguardare i propri valori. Anzi, a volte chi urla rischia solo di fare solo confusione a vantaggio di chi, nella confusione, ci pesca. Credo che dire “no” sia invece una cosa molto chiara, né tiepida né possibilista.

 

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La Documentazione presentata dall'Assessore Poiatti in sede di Consiglio Comunale a Lovere.

 

 


 

Risultati del sondaggio organizzato dall'Associazione Amici del Sebino

 

Alla domanda: "Sei favorevole o contrario alla costruzione della centrale elettrica" il 7% dei partecipanti si è detto favorevole mentre il 93% è contrario.

 

 


 

 

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